Sierra Leone – “Nella paura, Dio ci ha aiutato a rispondere generosamente e abbiamo deciso di rimanere!”

01 Marzo 2017

(ANS – Lungi) – Don Ubaldino Andrade Hernandez è un missionario salesiano che ha lavorato in Sierra Leone. È stato a Roma, presso la Casa Generalizia, nei giorni di esposizione della mostra fotografica: “L’Ebola, più in là dell’Ebola” (Ébola, más allá del Ébola). La sua testimonianza è un segno di fiducia in Dio. Racconta che nei giorni dell’epidemia molti stranieri se ne andavano con “una vera e propria paura della morte (…). Noi abbiamo deciso di rimanere come genitori per molti bambini abbandonati”. Guardando le foto della mostra, i ricordi tornano alla mente e i suoi occhi si soffermano a ricordare i momenti vissuti. “Rimanere era l’opzione migliore”.

Perché avete deciso di restare dove la morte era anche il vostro destino?

Abbiamo deciso di stare tra la gente e assumerci il rischio di morire come tanti altri, ma eravamo sicuri che Dio ci avrebbe aiutato e non ci siamo mai sentiti soli. Abbiamo scelto di restare insieme ai ragazzi.

Cosa ricorda nel vedere le foto?

I volti delle persone. Gli ospedali pieni di gente. La quantità di morti. La paura che si poteva toccare con mano. Mi ricordo tante famiglie in quarantena, bloccate, lasciate senz’acqua, né cibo.

E vedendo i volti dei bambini?

Sono i volti di tanti bambini che abbiamo accolto nelle case salesiane. Nella tradizione africana il bambino deve stare lontano da chi è malato. Questo ha aiutato molti bambini a sopravvivere, ma li ha poi lasciati soli nelle case. Ricordo Ibrahim: tutti erano morti, lui era l’unico sopravvissuto. Quando arrivarono a casa sua per disinfettarlo gli spruzzarono cloro su tutto il corpo ed è rimasto cieco ad un occhio.

Avete sentito tra la gente qualcuno che parlasse della malattia come di un castigo?

In tutta l’esperienza con l’Ebola, non ho mai trovato una persona che si lamentasse che Dio ci stava punendo. C’era un’idea molto chiara: Dio è insieme a noi.

E quando avete deciso di rimanere in una situazione così drammatica e difficile?

Per noi Salesiani non è stato facile. Ci siamo sentiti così disorientati. Ci siamo chiesti: “che facciamo? Ce ne andiamo? Lasciamo tutto?”. Pensiamo che Dio ci ha aiutato a scoprire la sua volontà. Abbiamo pensato che il posto migliore in cui dovevamo essere era la Sierra Leone.

Avete avuto paura per questa scelta?

Abbiamo avuto molta paura, come tutti. Fu allora che il governo ci propose di aiutare i bambini orfani. Nella paura, Dio ci ha dato gli strumenti per rispondere generosamente. Non ci siamo sentiti soli, ma accompagnati da Dio, dal Rettor Maggiore e dalla Congregazione. E siamo rimasti in mezzo alla gente, con tutti i rischi. 

InfoANS

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