RMG – Victor Hugo, Don Bosco e la Misericordia
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15 Agosto 2016

(ANS – Roma) – È già trascorsa buona parte dell’Anno Santo della Misericordia. “La misericordia è il primo attributo di Dio. È il nome di Dio” ha spiegato Papa Francesco. Questa caratteristica identificativa di Dio da sempre attrae anche tante persone che non si definiscono cristiane. Ad esempio, attraeva Victor Hugo, che pure nell’immaginario collettivo rappresenta il ribelle, il romantico appassionato, il repubblicano, l’anticlericale… Ma anche lui sentiva il profondo fascino della Misericordia cristiana ed ebbe l’opportunità di confrontarsi con essa nientemeno che con Don Bosco…

di Antonio R. Rubio Plo

La visione del mondo di Victor Hugo si comprende dalle lunghe digressioni dei romanzi come “Notre Dame de Paris”, “I Miserabili” o “93”, pieni di diffidenza verso la giustizia umana, della visione della materia come qualcosa equivalente al male, di un anticlericalismo ben visibile attraverso i suoi personaggi ecclesiastici, come il canonico Frollo, che nella Parigi medievale va dicendo che la stampa avrebbe ucciso le cattedrali.

Si capisce così che il vero protagonista del poema epico di Hugo, “La leggenda dei secoli”, è l’uomo che si redime da sé, nonostante l’ammirazione dichiarata dello scrittore per le storie della Bibbia in cui compare un Dio Salvatore. Tuttavia, Hugo si commuoveva di fronte alla misericordia cristiana, come si vede ne “I Miserabili” quando mons. Bienvenu Myriel dona all’ex galeotto Jean Valjean i suoi lampadari e le posate per evitargli di finire nuovamente in carcere, nonostante quegli lo avesse effettivamente derubato e fosse fuggito dalla sua casa dopo essere stato accolto e aiutato appena la sera prima.

Un uomo colto come Don Bosco deve avere senza dubbio sentito parlare del personaggio immaginario di mons. Myriel, e potrebbe anche essersi identificato con quei tratti del carattere che lo scrittore francese utilizza per descrivere l’ecclesiastico: “ci sono uomini che lavorano nell’estrazione dell’oro; lui lavorava nell’estrazione della pietà. La miseria universale era la sua miniera. Il dolore diffuso in tutto il mondo è sempre un’occasione per il bene. ‘Amatevi gli uni, gli altri’ lo aveva preso sul serio, non desiderava altro e questa era tutta la sua dottrina”.

Il fondatore dei Salesiani non aveva fatto altro che andare incontro ai giovani emarginati e disprezzati, ma lo faceva con la spinta della fede e dell’amore cristiano. Al contrario, Victor Hugo era ritenuto un agnostico, o se si vuole, un deista, e non aveva alcun complesso nell’avvicinare un sacerdote e dirgli dritto in faccia che non credeva in Dio o in alcun miracolo. Inoltre lo scrittore visse la contraddizione tipica di molti uomini del suo tempo – e anche del nostro – di respingere il soprannaturale e tacciarlo d’irrazionalità, salvo poi lasciarsi influenzare da uno spiritualismo prossimo alla superstizione.

Nella notte del 22 maggio 1883 lo scrittore, allora ottuagenario, si rivolse a un sacerdote italiano, di passaggio a Parigi, con termini un poco arroganti. Tuttavia, dopo una lunga e intima conversazione, lo salutò porgendogli un biglietto con il suo nome, che fino ad allora non aveva rivelato. Il sacerdote che ricevette quel biglietto era Don Bosco, al quale – per inciso – lo scrittore in seguitò dedico uno dei suoi migliori elogi, quello di “uomo leggendario

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